martedì 2 ottobre 2012

Momenti

Si parte per un toccata e fuga in quel di Barberino, che in mezzo ai travagli di questi giorni mi appare come una ventata d'aria fresca. Assieme al sottoscritto, il fido Giangi (soprannome di fantasia), una foto del cane Attiglio e una vagonata di cd per una sola ora di viaggio.

Giro, caffé, giro. Giangi dice di doversi vedere con un amico di Firenze. Ben venga, ho un debole per i toscani. Ancor più per le donne toscane, al punto da trovare quell'accento e quella cadenza terribilmente erotici nel sesso femminile. Se Dante fosse nato femmina probabilmente mi toccherei con la Divina Commedia.

Beh, capita che a girare per l'outlet la domenica ci sia una discreta adunanza di gentaglia: dalla famigliola beona e felice, alla tamarro con cristo dorato al collo e maglietta fiat, alla strappona con tacco 20 che se cade in spaccata s'attacca a terra per il vuoto.
Proprio un elemento simile attira l'attenzione del nostro compare gigliato:

"Se quella t'acchiappa, ti ci vuole l'avvocato per riavere indietro l'uccello".

Sono questi i momenti in cui apprezzo la vita e per i quali rimpiango di aver perso la spensieratezza di quando ero bambino. Cinque minuti di risate con le lacrime agli occhi non mi capitavano da tanto tempo. E, alla fine, avrei voluto piangere.

Perché ti avrei voluta lì a ridere con me, perché mi perdevo nei solchi del tuo viso mentre ridevi.. Mi piaceva vederti con le lacrime agli occhi, con quel tuo modo buffo di alzare la mano davanti alla bocca quando ridevi tanto, troppo. Ti ho persa in mezzo a dei litigi senza senso, dove semplici scuse avrebbero risolto tanto ed evitato inutili incomprensioni.



sabato 15 settembre 2012

Rialzarsi


E così oggi, alla mia 4a seduta, ho pensato per l'ennesima volta nell'ultimo mese di aver lasciato troppo spazio agli altri all'interno della mia vita. Ho avuto in mente l'immagine di un temporale ed io dietro ad una vetrata, lo sguardo a fissare ogni goccia scivolare sul vetro, perso con gli occhi e la mente nel grigio e nel buio delle nuvole dietro.

Ho lasciato agli altri i primi raggi del nuovo sole, ho lasciato che altri potessero godere del mio spazio in strada mentre il cielo si colorava dell'arcobaleno. Preferivo la pioggia, il sentire l'umido nelle narici, il bagnato sulla pelle.

"C'è più spazio per me, qui", pensavo. "Non devo dividere l'acquazzone con nessuno".
In fondo, chi vuole bagnarsi?
Ho preferito che altri si godessero quella luce al mio posto, sì.

Credo che adesso, invece, sia tempo per me di aspettare dietro quella vetrata. Di attendere la fine della pioggia per poter osservare i colori che non ho mai visto.

Tempo di scendere in strada e farmi largo tra gli altri riprendendo il mio spazio, per irrorare i miei polmoni di aria fresca mentre gli occhi si riempiono di una luce che finalmente darà quelle sfumature che fino ad ora non ho voluto vedere.


venerdì 6 luglio 2012

Alchilazione di Friedel-Crafts


Sì, è una gran maiala.
E sì, io la stimo.
E sì, ho bestemmiato quando anni fa ho scoperto che venne a Rimini.
Maremma cane.. tanta roba.

Mogli e buoi dei paesi tuoi

"Non mi sposerò mai con un uomo! Siete tutti uguali!"
"Già.. meglio gli elfi.."

Che dire.. l'avrà capita?

PS: 3 mesi di silenzio dettati dal pc collassato. E scrivere dal netbook cose più lunghe di cento parole mi fa venire il nervoso.

martedì 10 aprile 2012

(dis)Uguaglianze

Prendiamo un uomo, che chiameremo X.
Prendiamo quindi una donna, che chiameremo Y.
X ed Y hanno una relazione (R) che supporremo duratura e stabile, anche se non priva di alterchi di media entità.

Introduciamo il primo elemento di disturbo, indicato con A.

A è di sesso maschile, amico/conoscente di lunga data di Y in quanto ragazzo (ex o attuale non è dato sapere) di una vecchia amica (definibile A+1) di Y stessa.
A ed Y, benché si conoscano da tempo, hanno sempre avuto rapporti di amicizia del tipo "normale".
Y va ad un concerto che non interessa ad X, ed incontra per caso A dopo un periodo di tempo Z definibile in anni.
Al rientro, Y riferisce e manifesta ad X una sensazione S, assimilabile a 'Contentezza' (di moderata entità) ed ascrivibile all'insieme E1 (emozioni di stampo positivo).
Alla domanda posta da X ad Y, ovvero "Chi sarebbe A?" segue risposta di Y (in tono vagamente stizzito) "Solo un vecchio amico!". X replica con pacata indifferenza.

Introduciamo il secondo elemento di disturbo, indicato con B.

B è di sesso femminile, amica di vecchia data di X e sua compagna di asilo/compagnia per diverso tempo.
B ed X, benché si conoscano da tempo, hanno sempre avuto rapporti di amicizia del tipo "normale".
X incontra per caso B dopo un periodo di tempo Z definibile in anni.
Al rientro, X riferisce e manifesta ad Y una sensazione S, assimilabile a 'Contentezza' (di moderata entità) ed ascrivibile all'insieme E1 (emozioni di stampo positivo).
Alla domanda posta da Y ad X, ovvero "Chi sarebbe B?" segue risposta di X (in tono vagamente neutro) "Solo una vecchia amica". Y replica: "Troia!" con manifestata sensazione S1, assimilabile a 'Rabbia' ed ascrivibile all'insieme E2 (emozioni di stampo negativo).

Problema: che errore ha commesso X?

Al più arguto andrà una scatola di cioccolatini ciucciati (il ciucciatore sarà estratto a caso tra il sottoscritto ed InvisibleKid).

domenica 8 aprile 2012

Traumi di gioventù

Ma voi, ve le ricordate queste figurine?


Io da piccolo ne avevo solo alcune e si trattava dei doppioni arraffati a mio cugino. Devo dire che all'epoca un po' mi impressionavano, d'altronde avevo poi 5-6 anni e trovavo decisamente più inquietanti questi disegnini grotteschi rispetto ai vari 'Nightmare' che mio padre mi faceva sorbire in tv.
La mia memoria ricollega queste figurine alle gioie d'esser stato bambino sul finire degli anni 80 e l'inizio dei '90. Mamma mia quante belle cose: le Gig Nikko, Big Jim, Supercar Gattiger, i cartoni di Ken il Guerriero, i 5 Samurai, He-Man, i Cavalieri dello Zodiaco... rimpiango anche il giubbino di jeans con le toppe che mi mettevano i miei alla domenica, il vecchio Amstrad in b/n che funzionava solo coi floppy da 3,5"... e Luca Carboni:

 

Mi sento vecchio.

lunedì 2 aprile 2012

Approcci.


Capita che un giorno di tanti anni fa conosco su di un sito un tizio di Firenze. In comune abbiamo i gusti musicali, la passione per i paesi esteri del nord e dell'est, le belle donne. Salta fuori qualche amico comune.
Insomma, in breve tempo il legame si cementa e si passa ad una cosa delle più comuni tra uomini: parlare di donne e relative esperienze con esse.
G. (così lo chiameremo) è uno dei più classici predatori della rete, ma aveva un che di geniale nel suo modo di fare che lo faceva uscire dal coro. All'epoca usava varie modalità d'approccio, dalla bieca e fredda chat di DC++ (attaccando con un semplice "Quando scopiamo?" e ricevendo il più delle volte insulti ai quali rispondeva con valanghe di saggezza popolare toscana) passando alla oramai dismessa C6, attraverso Myspace, Msn e chi più ne ha più ne metta.

Il ragazzo, più vecchiotto di me di qualche anno, ha dalla sua l'esperienza. E, prima di sparire nel nulla cosmico della rete, ha lasciato al sottoscritto uno dei più grossi insegnamenti tattici nell'approcciare una donna: quando la foto lascia anche una minima ombra di dubbio, tarda all'appuntamento.

Facile. Lineare. E soprattutto funzionale se applicato come da manuale.

L'antefatto? Eccolo.
G. conosce una tizia della sua città in chat. Approcci vari, solite manfrine: prima amico disinteressato, poi battutine e infine doppi sensi. Si arriva quindi all'appuntamento. Diciamocelo: lui badava al numero, alla quantità e non alla qualità. E fin qui, son scuole di pensiero.

Arriva il giorno. Chiaramente la sera ci si becca a cazzeggiare online e, ovviamente, parte anche la scontatissima domanda di rito:

"Allora, com'è andata?"
"Mah guarda... a dire il vero.. non ero nemmeno sicuro che fosse lei"
"E che vuol dire? Non t'aveva mandato una foto?"
"Sì sì.. ma dalla foto pareva diversa. Insomma.."
"Mm"
"Beh.. pareva grossetta, ecco. Sicché son arrivato un pò tardino apposta, mi son fermato vicino la stazione e quando ho visto una tizia enorme che le somigliava, ho preso il telefono e l'ho squillata. Boia, questa piglia la borsa e cerca il telefono. Ho messo in moto e son tornato a casa".

Poche settimane dopo il ragazzo si diede alla macchia.
Mai più visto o risentito. Chissà cosa sarei ora se avessi seguito i suoi insegnamenti ai tempi.

venerdì 30 marzo 2012

Contrasti.

Se c'è una cosa che la mattina mi infastidisce più di ogni altra, è dovermi lavare i denti dopo aver preso il caffé. Soprattutto dopo un buon caffé. Sia chiaro che non me ne vado in giro con un alito stile "ho ingoiato la carcassa di un ratto", come a volte capita di sentire durante le conversazioni con certi elementi - diciamo anziani. E diciamo anche che appena mi accorgo di non essere proprio una freschezza alla menta, cerco di correre ai ripari quanto prima.
Ma il dover spezzare l'equilibrio degli aromi del caffé con quel cazzo di dentifricio alla menta, ecco... no, non lo sopporto. Il fastidio che mi dà è persino peggio di quello dato dalle gocce di piscio lasciate dal "collega-misterioso-che-ha-usato-il-bagno-prima-di-me" sulla tazza del cesso. Che poi forma quel connubio indefinito, disgustoso, roba che neanche a sputare per un'ora di fila riesci a levartela dalla bocca.
Inventerò il dentifricio al caffé, è deciso.